Esempi e casi studio di come l’economia circolare possa contribuire favorevolmente al cambiamento climatico e sociale del Pianeta.

 

L’alto impatto ambientale generato dalla produzione di prodotti e dall’uso sempre maggiore di risorse naturali, ha portato la comunità politica e scientifica a ricercare soluzioni alternative volte al perseguimento di un modello economico di produzione a consumo circolare, ovvero un modello che mira a riutilizzare o a dare una seconda vita a materiali e beni prima che questi diventino rifiuti.

L'obiettivo è quello di interrompere il processo di degrado ambientale creato dall’attuale modello economico lineare che, sin dalla rivoluzione industriale, ha fatto un uso spropositato delle risorse naturali per creare beni e prodotti poco durevoli. Il modello dell’economia circolare sembra essere una buona soluzione, forse l’unica, che limiterebbe il ricorso al più dannoso smaltimento dei rifiuti in discarica.

Secondo la definizione di wikipedia l’economia circolare è un modello di produzione e consumo attento alla riduzione degli sprechi delle risorse naturali e consistente in condivisione, riutilizzo, riparazione e riciclo di materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile”. 

Il vantaggio di un’economia circolare è che implica, necessariamente, anche un impatto sociale, poichè si prospetta che nel futuro ci sarà bisogno di specifiche tecniche di manodopera capaci di riparare e rigenerare vecchi prodotti e materiali nei diversi settori economici, comportando così la necessità di creare nuovi posti di lavoro e nuove figure professionali.

Ma vediamo in concreto come può realizzarsi un modello di economia circolare.

 

Il riciclo dei materiali

Sempre più aziende organizzano il proprio modello di business secondo un’ottica sostenibile, puntando specificatamente sul riciclo dei materiali.

E’ il caso, ad esempio, della Start-Up Toscana Zerow: piattaforma fisica e digitale creata per il recupero degli scarti provenienti dall’industria del comparto moda, comparto che in Toscana vede smaltire circa 180 milioni di Kg di pelle ad un costo elevato di € 15,80 al kg senza riciclarlo. Attraverso un innovativo motore di ricerca Zerow si propone l'obiettivo di far incontrare artigiani, designer e imprese al fine di trasformare gli scarti dei materiali tessili in nuovi prodotti e di venderli direttamente nel proprio marketplace che certifica anche, attraverso un sistema di blockchain, la sostenibilità e il processo stesso di recupero.

Oppure, dalla Start-Up CDC_STUDIO che ha creato una propria linea di abbigliamento con un tessuto ricavato dal riciclo della plastica, riuscendo a darle una seconda vita attraverso la produzione di abiti durevoli e sostenibili.


Rigenerazione dei dispositivi elettrici

Uno dei problemi critici per la natura stessa dei materiali utilizzati e il crescente impiego dei dispositivi elettrici ed elettronici c.d. RAEE, riguarda il loro smaltimento a fine ciclo vita. 

Solo in Italia nel 2021, sono state raccolte circa 384 mila tonnellate di apparecchiature elettriche ed elettroniche. L’enorme quantità di tale tipologia di rifiuto evidenzia, da sé, l’urgenza di trovare soluzioni alternative al loro smaltimento.

Una interessante iniziativa lanciata dal Governo di Belo Horizonte in Brasile già nel 2008, è stata quella di istituire una struttura di rigenerazione elettronica che si chiama Computer  Recondizionamento Center (CRC), che ha accolto giovani a basso reddito al fine di fornirgli un’adeguata formazione per il ripristino delle apparecchiature IT, a loro donate dopo l’uso. Una volta rigenerati i computer vengono successivamente utilizzati in dei siti di inclusione sociale messi a disposizione dal Governo nelle aree più emarginate della città, dove viene consentito l’accesso gratuito ad internet e fornita una formazione digitale di base.

Queste attività contrastano la scarsa consapevolezza digitale nei giovani e danno una seconda vita a device usati che altrimenti finirebbero in discarica.

Con il tempo l’esempio della città di Belo Horizonte è stata presa a modello di molte altre città del Brasile.


Il mercato dell’usato

La crisi economica attuale e la recente pandemia hanno contribuito a sensibilizzare ed implementare la coscienza ambientale dei singoli tanto che oggi acquistano oggetti di seconda mano non solo per convenienza ma anche per seguire uno stile di vita maggiormente sostenibile. Dunque una scelta non già patrimoniale o di necessità ma etica.  

Secondo l’indagine condotta da Doxa per Subito.it, l’Osservatorio Second Hand Economy ha quantificato che nel 2020, 23 milioni di italiani hanno comprato o venduto oggetti usati, indice questo, che dimostra che il mercato dell’usato sembra destinato a crescere in futuro, soprattutto per quanto riguarda la vendita online.

Ci sono anche esempi di negozi di seconda mano che hanno un notevole risvolto sociale, come nel caso del negozio di Emmaüs Solidarité, associazione laica fondata nel 1949 a Parigi dall’Abbè Pierre, che, ad oggi, conta più di 350 punti vendita nel mondo. L'obiettivo è quello di sostenere individui e famiglie in situazioni di grande disagio socio-economico con particolare riguardo alle persone che vivono per strada, offrendo loro centri di accoglienza e un lavoro in ambito di recupero e riciclaggio di materiale usato al fine di promuovere l’integrazione professionale e valorizzare le loro competenze. 

 

Per concludere con una definizione romantica di “Economia circolare” prendo a prestito quello che scriveva il drammaturgo greco antico Sofocle: “L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo” il quale non poteva però considerare anche quella bellezza che si ha quando non solo l’opera umana è utile agli altri ma anche quando è funzionale a preservare la bellezza e la salvaguardia dell’intero pianeta.

 

Articolo di Janet Pitarresi 

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