Le remote preoccupazioni sulle sorti climatiche del nostro Pianeta, hanno portato ad individuare strumenti capaci di misurare le emissioni dei gas ad effetto serra generate da un prodotto, un servizio o da una organizzazione. Il parametro utilizzato per quantificare queste emissioni è costituito  dalla c.d. impronta di carbonio, parimenti detta, Carbon Footprint, che viene definita come la somma delle emissioni e delle rimozioni di gas ad effetto serra (GHG) lungo il ciclo di vita di un qualsiasi bene o servizio (Iso 14067). 


L’importanza di una puntuale misurazione, deriva dalla necessità di ridurre la produzione di gas nocivi che stanno, ormai da tempo, contribuendo ad un serio innalzamento del riscaldamento globale del Pianeta.


Molte aziende infatti si stanno impegnando a misurare la propria impronta carbonica al fine di stimare il rispettivo apporto al cambiamento climatico, apporto che si determina a seguito di una, spesso radicale e difficile, trasmutazione dei processi produttivi aziendali.


Ti sei mai chiesto quale sia la somma delle emissioni dei gas utilizzata per produrre un telefono, un'automobile, o ancora, più semplicemente, quante emissioni vengono emesse ogni qualvolta compi un’azione come viaggiare su un aereo o utilizzare un determinato device? Il dato potrebbe farti inorridire. 



L’impatto ambientale e l’avvento dell’Internet of Things (IoT)

Al giorno d’oggi chiunque possiede uno smartphone o un PC a casa, tanto che, oltre i ⅔ della popolazione mondiale accede quotidianamente ad Internet. Negli ultimi decenni i dispositivi e i servizi “Information and Communication Tecnology” c.d. ICT hanno radicalmente cambiato il nostro modo di vivere e di interagire con gli altri, sia nella vita privata che nel lavoro.

 

Per di più, il dato sopra evidenziato, è destinato ad aumentare se pensiamo alla crescente domanda di servizi digitali erogati dai Data Center o all’evoluzione di Internet verso l’Internet of Things (IoT), dove innovativi dispositivi dialogano costantemente tra di loro richiedendo, per questo, un impiego esponenziale di dati e informazioni che devono essere costantemente immagazzinati, elaborati e restituiti ai vari device da potentissimi server. 

 

I dispositivi IOT sono ovunque, Statista prevede che la tecnologia 5G contribuirà a far aumentare 1.3 miliardi di dispositivi mobili IoT entro il 2023: questo dato non sorprende se pensiamo che ogni secondo, 127 dispositivi si connettono ad internet per la prima volta (McKinsey digitale).

 

A ragion veduta assistiamo a conseguenze importanti sull’ambiente, si stima infatti che le emissioni di CO2 derivate dalle tecnologie ICT e IoT ritraggono oltre il 2 % delle emissioni globali sul Pianeta. Pertanto, visto l’inevitabile, per taluni necessario e indispensabile, trend di crescita del settore, risulta importante che, non solo le aziende misurino i  propri processi di produzione, ma che individualmente ognuno di noi presti il proprio contributo per scongiurare gli effetti devastanti derivanti dalle continue emissione dei gas nocivi in atmosfera.



Alcuni consigli per un utilizzo consapevole dei nostri device

Oggigiorno la parola “sostenibilità” è una delle parole più evocate e cliccate sul web e nella pubblicità promozionale di prodotti e servizi, un mantra che sembra quasi una moda del momento, utile ad apparire più che ad essere. 

Ma, una volta coscienti dell’urgenza di dover necessariamente contribuire consapevolmente al miglioramento dell'attuale sistema di produzione e di consumo, resta solo da darsi da fare in tante, quotidiane, singole azioni.


Eccone alcune di esempio:

  • avere cura dei consumi energetici derivanti dalle apparecchiature che abbiamo in casa: luci accese quando necessario, non lasciare il computer in standby, spegnere il cellulare quando andiamo a dormire;
  • quando acquistiamo i nostri device prestare attenzione alle etichette e assicurarsi di acquistare prodotti a basso consumo energetico;
  • caricabatterie del cellulare: le batterie dei cellulari sono la componente dello smartphone più impattante sull’ambiente, occorre avere premura di ricaricare il cellulare al momento giusto, ovvero quando l’indicatore mostra una percentuale residua della carica attorno al 30 % (leggi questo articolo di approfondimento) 
  • riutilizzo e riciclo: acquistando prodotti usati o riciclati riduci la produzione di rifiuti limitando l’alto impatto ambientale dovuto al loro smaltimento. Un ulteriore articolo di approfondimento sull’importanza dell’economia circolare. (quello mio)

Occorre infine evidenziare che, senza prima conoscenza e consapevolezza, qualsiasi elenco di buone pratiche diventa una comune lista della spesa utile soltanto a lavarsi la coscienza. Inoltre, qualche volta, una buona dose di responsabilità servirebbe a saper rinunciare all’acquisto compulsivo e alla moda del prodotto di ultima generazione appena uscito sul mercato.  

 

Articolo di Janet Pitarresi



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